sabato 4 febbraio 2012

Il PRECARIATO E MONTI
Innanzi tutto, parlando di precariato,inquadriamo il significato del termine, come una condizione di instabilità in cui si trovano i lavoratori, portati, appunto, ad un aumento della flessibilità nella propria occupazione.
La provvisorietà lavorativa, è per la maggior parte degli italiani, non vista, sicuramente, sotto buon occhio. Quando ci si trova in questa posizione, non si può mirare ad una vita stabile.
È negato, però, anche far richiesta di mutui, come il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, ha affermato al Tg3.


L'ha detto, cercando di discolpare il Presidente del Consiglio, dalla sporadica “battuta” enunciata non molto tempo prima:<< i giovani devono abituarsi all'idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita, del resto,....che monotonia! >>.


Da questa asserzione, sono nate, infatti, non poche polemiche, del tutto sensate, dal momento che trovare un posto fisso con il quale sistemarsi, è un “sogno” di molti studenti universitari, che sono vicini al fine degli studi.
Monti, però, si è subito corretto, dicendo che il messaggio inviato alle famiglie era stato frainteso. A “Repubblica TV”, ha infatti dichiarato quello che voleva in realtà esprimere:<< La mia frase serviva a dire che i giovani, devono abituarsi all’idea di non avere un posto fisso per tutta la vita, come capitava alla mia generazione o a quelle precedenti, un posto stabile presso un unico datore di lavoro o con la stessa sede per tutta la vita o quasi. Meglio invece abituarsi a cambiare spesso luogo o tipo di lavoro e Paese. Questo -aggiunge- non è da guardare con spavento, come una cosa negativa. Gli italiani e i giovani hanno in genere troppa diffidenza verso la mobilità e il cambiamento >>.
Continua poi:<< Bisogna dare meno tutele a chi oggi ne ha troppe ed è quasi blindato nella sua cittadella, e darne di più a chi è in forme estreme di precariato o è fuori dal mercato del lavoro >>.
Ha però anche asserito, che il modello del mercato del lavoro che bisognerebbe adottare, è quello della Danimarca, che tutela il lavoratore e non i posti di lavoro.
Tra le critiche di Monti, c'è, inoltre, quella fatta all'art.18, il quale, secondo lui, frenerebbe gli investimenti. Questa, però, è tutta un'altra storia, di cui vi accenno solamente la disapprovazione del leader dell'Italia dei Valori, Antonio di Pietro.
Da come si può intuire, siamo in un periodo di crisi “concettuale”, oltre che economica. Preferirei, quindi, non esporre pareri personali, ma lasciare a voi lettori, libertà di pensiero.


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